Una "piazza" sulla spiaggia, con al centro travi in legno bruciate che guardano verso il cielo e simboleggiano il passato della borgata del'Argentiera. Dalla parte opposta, sulla scogliera il presente e il futuro sono rappresentati con un grande cubo in legno, con il lato che volge al mare completamente aperto e gli altri con piccole finestre che consentono di guardare il panorama da diverse angolazioni. Sono soltanto due delle quattordici installazioni realizzate e posizionate all'Argentiera, lungo un percorso tracciato per consentire al visitatore un viaggio tra il passato, il presente e il futuro dell'ex villaggio minerario.
L'Argentiera si presenta così, diversa dal solito, riscoperta e rivitalizzata grazie al lavoro di cento esperti del paesaggio, abituati a guardare questi luoghi da una prospettiva differente, per offrire una visuale di riqualificazione. Era questo l'obiettivo che volevano raggiungere gli organizzatori del quinto "Landworks Sardinia" che quest'anno hanno scelto la borgata a mare di Sassari per il loro workshop internazionale. Dal 22 al 30 maggio qui si sono ritrovati docenti, esperti e studenti di architettura del paesaggio provenienti da ogni parte del mondo.
«Abbiamo apprezzato il lavoro che avete fatto e il coinvolgimento degli abitanti della borgata – ha detto il sindaco di Sassari Nicola Sanna nella giornata conclusiva del workshop – Quanto da voi svolto è coerente con il nostro obiettivo, che è quello di ristrutturare l'area per vederla trasformata in un sito produttivo a vocazione turistica. Quello che avete fatto – ha concluso il primo cittadino – ci ha donato un punto di vista diverso e per il quale non è stato necessario un grande investimento ma una grande passione, un grande amore».
La visione del passato e del futuro del luogo ritorna in gran parte delle installazioni realizzate dagli architetti. Tra loro nomi di spicco del settore, noti negli States, in Canada, Messico, Giappone, Thailandia e anche in Italia.
«L'obiettivo è quello di pensare una riqualificazione di questo tipo di siti – hanno spiegato Annacaterina Piras e Stefan Tischer, rispettivamente coordinatrice e direttore scientifico di Landworks Sardina – non soltanto dal punto di vista del paesaggio ma anche culturale, con il coinvolgimento degli abitanti. E mescoliamo nomi famosi dei team leader ad altri meno noti con quelli della Sardegna. Tutti accomunati dall'amore per lo studio dell'architettura urbanistica». E non solo.
Tra i partecipanti ci sono anche ballerini, esperti di arti trasformative e, come ospiti particolarmente attivi, anche sette giovani provenienti dal centro di accoglienza per rifugiati di Alghero. Per questi ultimi l'occasione di una nuova esperienza, in una realtà ancora molto ancorata al suo passato ma che cerca di guardare a un suo possibile futuro. È questa la visione di The Wall, l'installazione realizzata sul muro del ristorante che lo scorso anno andò a fuoco. Un tappeto di verde ora scende dal muro e adorna una piccola porzione del piazzale antistante.
Poi ancora Cultural miners, dove i mattoni raccontano la storia degli edifici della borgata. C'è anche Substraction/extraction che con le centinaia di matite piantate nel terreno ricorda al visitatore che in quei luoghi si estraeva la grafite. Quindi ancora Hard work, il duro lavoro in miniera, Particules elementaires con le sue pietre volanti che simboleggiano il legame tra terra e mare, poi Argentiera memorial dove un cerchio e una barca rovesciata rappresentano il passato, con il lavoro in miniera, e il futuro che adesso guarda al mare e al turismo.
Tra le installazioni vale la pena ricordare quella sonora che ha visto anche la partecipazione di artisti e atleti di parkour. All'incontro conclusivo del workshop hanno partecipato anche le assessore Monica Spanedda e Amalia Cherchi, gli assessori Gianni Carbini e Ottavio Sanna, il presidente della circoscrizione unica della Nurra Luigi Correddu.
Dal sito www.lanuovasardegna.it - Sassari, lì 02 giugno 2015 (Foto: la Nuova sardegna).