si devono attraversare lunghi tratti solitari della Nurra, punteggiata da qualche piccola borgata. A Palmadula inizia la discesa che conduce a destinazione, ma se si cerca una spiaggia la si trova ancora prima di arrivare: dopo tre chilometri la strada sfiora quella di Porto Palmas. L’arco dell’arenile si allunga per duecento metri al fondo di un’insenatura protetta da basse sporgenze di roccia scura. Di conseguenza anche la sabbia è di colore scuro, tendente al dorato, mentre l’acqua ha le tonalità dell’azzurro miste a quelle del verde; il fondale è sabbioso per un breve tratto, poi si fa subito roccioso e profondo.
La vista si apre sul mare aperto, ma seguendo i sentieri che salgono sulle alture intorno si può avere un’idea del litorale, fatto di alte falesia lungo le quali trovano spazio poche piccole calette. Sul retro della spiaggia si levano alcune dune, oltre le quali inizia la distesa della macchia mediterranea. Una volta raggiunto Porto Palmas è d’obbligo un’almeno rapida visita all’Argentiera, dove sin da tempi molto antichi aveva avuto inizio lo sfruttamento dei giacimenti di piombo e di zinco, abbandonati infine alla metà del secolo scorso. Oggi le grandiose strutture destinate a quell’attività, ormai in rovina, si alternano alle case dei minatori, trasformate in buona parte in residenze per villeggianti.
La spiaggia di Porto Palmas ha vicino un parcheggio, al quale è collegata con un breve comodo camminamento; è dotata di bar e di ristorante, e si possono avere imbarcazioni a noleggio. Palmadula, la frazione di Sassari da cui inizia la discesa verso il mare, può essere raggiunta più facilmente da Sassari, lungo una strada che taglia la Nurra con un percorso di una trentina di chilometri; e da Porto Torres, seguendo una direttrice che corre a ridosso della costa toccando Pozzo San Nicola: 26 chilometri.